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Non si torna indietro, Dragon Trainer - Hiccstrid

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CAT_IMG Posted on 19/4/2014, 19:23     +1   -1
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Non si torna indietro







Era uno splendido pomeriggio di sole e Astrid e Testabruta erano sedute sulla scogliera, a chiacchierare. Non avevano spesso un momento di sole ragazze, gli altri erano sempre con loro.
In quel momento, però, Astrid avrebbe voluto che ci fossero anche i ragazzi, poiché stava ascoltando cose che la lasciavano abbastanza di stucco.
A quanto pareva, Testabruta aveva conosciuto un ragazzo di un villaggio vicino, loro alleato, con il quale era andata un po' oltre ai baci che ancora Astrid e Hiccup si davano dopo tre anni.
Testabruta sembrava davvero molto presa, ci teneva molto a quel giovane, e Astrid sperava che per lui fosse lo stesso.
Però, contemporaneamente, ascoltando quei racconti tutti femminili, si sentì un po'... anzi un bel po' gelosa di lei. Era da quasi tre anni che Astrid e Hiccup stavano insieme e tra loro non era mai successo nulla di tutto ciò.
Non che ci avessero mai pensato. Forse Hiccup sì, dopotutto era un ragazzo di diciotto anni e doveva avere gli ormoni a palla, ma non le aveva mai fatto notare niente.
Era sempre gentile, premuroso, dolce con lei... forse voleva aspettare che tra loro ci fosse un fidanzamento ufficiale, cosa che non era ancora accaduta.
Dopo quella chiacchierata, però, Astrid si rese conto che non voleva aspettare veramente così a lungo. Ci teneva a Hiccup, voleva veramente portare il loro rapporto ad un livello più alto. Erano sicuramente pronti per quel passo. E forse, in poco tempo, avrebbero potuto fare anche quell'altro, che li avrebbe portati a stare insieme per sempre.
Salutata Testabruta, Astrid si diresse verso il centro del villaggio, in quel periodo quasi deserto. Praticamente tutti gli abitanti in grado di combattere erano andati in battaglia al fianco di alcuni loro alleati, una cosa che non capitava da parecchio tempo.
L'emozione era stata grande, dopo la pace con i draghi non avevano avuto tante occasione per menar le mani, così Stoick aveva subito ordinato di preparare navi e armi, oltre che alcuni draghi selezionati per la battaglia.
Poi, con grande orgoglio, aveva affidato il villaggio al figlio Hiccup, chiedendogli di prendersene cura fino al loro ritorno. Hiccup aveva giurato di fare del proprio meglio e in effetti, nessun abitante si era ancora lamentato del giovane che, con grande impegno, aiutava tutti quelli che avevano bisogno.
Certo, la pressione era alta per un ragazzo che non aveva mai avuto una tale responsabilità, ma Astrid era orgogliosa del suo Hiccup, che si stava già dimostrando un ottimo capo villaggio. Skaracchio e alcuni altri uomini erano rimasti ad aiutarlo, con le donne e i bambini.
Ogni giorno Hiccup si prendeva cura del villaggio, faceva un giro di riparazioni e per ascoltare i problemi degli abitanti. Aveva portato un paio di modifiche grazie al suo intuito e al suo ingegno e già Skaracchio diceva che avrebbe avuto ottime parole per Stoick al suo ritorno.
Tra tutti quei pensieri, Astrid si diresse a casa di Hiccup. In quel periodo, egli aveva preso il giro di mangiare in casa, invece che nella mensa comune insieme agli altri, in modo da potersi rilassare e da poter mangiare in pace, senza nessuno a disturbarlo. L'unica compagnia che richiedeva in quel momento era quella di Sdentato.
Quando arrivò dalla casa sulla collina, Astrid salutò Sdentato, sdraiato sul tetto, segno che Hiccup non era in casa e che non aveva nemmeno il tempo di portarlo a volare.
Facendogli un sorriso e un cenno di restare in silenzio, Astrid entrò in casa. Il drago nero la osservò con un occhio giallo appena aperto, poi riprese a dormire. Si fidava della domadraghi.
Mancava poco all'ora di cena e Astrid si guardò intorno. La casa era ordinata, piena di progetti per armi, selle e costruzioni per migliorare il villaggio.
Astrid si sentì ancora più orgogliosa. Hiccup sarebbe stato un grande capo. Aveva sempre a cuore il bene di tutti e quelle migliorie, se ne aveva ben capito il funzionamento, sarebbero state molto utili.
Comunque ora il problema era un altro.
Cosa doveva fare, adesso che era lì?
Aspettarlo in silenzio su una sedia, preparargli la cena, mettersi sul letto nuda ad attenderlo... ok, questa non l'avrebbe mai fatta e ancora si chiedeva come avesse potuto anche solo pensarla.
Decise di apparecchiare. Sul tavolo posò due piatti e due bicchieri, una brocca d'acqaua fresca, poi accese il fuoco per cuocere la carne e il pesce.
Dopo, corse fuori a raccogliere qualche fiore di campo con cui ornare la tavola, sotto lo sguardo incuriosito di Sdentato, che non riusciva a capire i suoi comportamenti.
Astrid ridacchiò e in un altro bicchiere mise quei teneri fiorellini.
Poi prese una sedia e rimase ad attenderlo, sperando che non venisse trattenuto da nessuno.
Dopo mezz'ora, però, sentì la sua voce mentre chiamava il drago e il cuore cominciò a batterle forte per l'emozione.
Speriamo non si arrabbi per quell'invasione del suo focolare, pensò Astrid, fissando la porta ancora chiusa.
"Sdentato, dai scendi. Su bello, vieni qui. Andiamo dentro".
Con sorpresa di Astrid, il drago non scese.
Bravo cucciolo, pensò riconoscente. Forse aveva capito di dover lasciare un po' di privacy ai due giovani.
Velocemente, mise in tavola le fette di carne ben cotte e anche un piatto di pesce, poi ritornò seduta.
Alla fine, Hiccup entrò, lasciando stare il drago sul tetto, poi si bloccò sulla soglia.
Astrid gli sorrise, osservandolo.
Il giovane portava un tuta di pelle aderente, più comoda per il volo. Probabilmente aveva mostrato ai bambini come si cavalcava un drago ed era stato tutto il tempo con loro al campo d'addestramento.
I capelli castani erano disordinati intorno al viso e gli occhi verde smeraldo erano accesi dalla sorpresa. "Astrid, come mai sei qui? E' successo qualcosa?".
Posò di lato le carte che teneva tra le mani e la spada che portava al fianco, e le si avvicinò.
Astrid si alzò subito, arrossendo come mai le succedeva. "Sono venuta a farti un po' di compagnia. Ultimamente i tuoi molti impegni non ci permettono di stare tanto insieme".
Lui sorrise ed era così simile al sorriso, di quando era bambino, che l'aveva fatta innamorare di lui, che Astrid si sporse per dargli un bacio sulla bocca piena.
Hiccup l'avvicinò a sé, stringendole la vita con le mani.
Astrid si ritrovò ad accarezzargli il petto e a stupirsi di quanto fosse diventato uomo.
E' vero, non aveva la stazza degli altri vichinghi, però era alto ora e abbastanza muscoloso. Non faceva più fatica a tirare su un'ascia o una mazza, e manovrava anche draghi di grossa taglia senza problemi.
E ora la faceva sentire piccola piccola nel suo abbraccio. E protetta.
Si lasciò stringere, posando il viso sul suo petto. Hiccup tenne una mano sul suo fianco, mentre con l'altra le accarezzava la treccia dei capelli, sorridendo beato.
"In effetti, hai proprio ragione. Non mi ero reso conto che mi mancavi un casino, fino al momento in cui non ti ho stretta tra le braccia".
Astrid sorrise, senza lasciarlo andare.
Sciolsero l'abbraccio solo dopo qualche minuto di pace, ma lui fece scivolare una mano lungo tutto il suo braccio fino a prenderla per mano.
Astrid trattenne il fiato. Come aveva fatto a non accorgersi di quanto il ragazzo fosse diventato sexy? Il viso aveva perso tutti i tratti infantili e il suo modo di fare era più sicuro, anche se molte volte con lei si mostrava ancora un po' impacciato.
Gli strinse la mano, sorridendo. Poi lui disse:"Mi fa tanto piacere che tu sia qui, Astrid. Ah, ecco perché Sdentato non è voluto scendere".
"Non gli ho chiesto niente. Deve averci pensato da solo".
Hiccup sorrise, poi vide la tavola apparecchiata. E, dato che era un ottimo osservatore, Astrid era sicura che avesse notato sia i fiori che quel paio di candele che aveva acceso per fare più luce sul tavolo. Il fuoco nel camino non era abbastanza.
"No, Astrid, sei stata davvero troppo gentile. Tu non sai quanto mi hai salvato dall'ennesima cena mal cotta. Mi sono reso conto che non sono ancora molto bravo a cucinare".
Lei rise, indicandogli di sedersi. "Allora, buon appetito. Spero ti piaccia".
Cominciarono a mangiare con appetito, mentre Hiccup raccontava ad Astrid la sua giornata. "La mattina è stata una noia, ho ascoltato due vecchiette per almeno due ore mentre mi raccontavano i problemi che hanno con un cucciolo di Orripilante Bizzippo. Ho consigliato loro di portarlo all'addestramento dei draghi o di farlo portare da un nipote, in modo che sia allenato. Nel pomeriggio invece ho aiutato alcuni bambini ad addestrare i loro cuccioli. E ho mostrato loro come si vola su un drago. Inizialmente ho volato con Zannecurve, dato che Moccicoso non c'era, e tutti volevano scambiare il loro cucciolo con un Incubo Orrendo, ma quando ho volato con Sdentato, hanno tutti cambiato idea".
Astrid ridacchiò. "Non hanno visto la mia Tempestosa".
"No, è vero, però la metà di loro aveva un Uncinato Mortale come cucciolo. Scopriranno presto quanto è bello volare con uno di loro".
I due si sorrisero, poi Hiccup continuò:"Comunque, dopo l'addestramento, Skaracchio mi ha chiesto di aiutare altri uomini con una costruzione dall'altra parte del villaggio e abbiamo finito poco fa, anche se posso dire con orgoglio di aver contribuito".
Astrid annuì, anch'ella orgogliosa di lui.
Poi Hiccup le chiese, gentilmente:"E tu invece hai passato una bella giornata?".
"Oh sì, stamattina sono andata a volare con Tempestosa, abbiamo pescato parecchio pesce. Nel pomeriggio, invece, ho passato un po' di tempo con Testabruta".
"Oh, chiacchiere tra donne? Meglio per me non sapere niente".
Astrid gli diede un leggero pugno sulla spalla e si stupì al non vederlo nemmeno posarsi una mano sul braccio, come faceva invece qualche anno prima. In effetti, il braccio che aveva colpito era molto più sodo e muscoloso rispetto a prima.
"Beh, sono state chiacchiere abbastanza interessanti, ma sì, forse è meglio che non ti racconto niente".
Hiccup fece un sospiro di sollievo esagerato, facendola ridere.
Si sentiva come quelle piacevoli serate di quando era bambina, a tavola, con i suoi genitori. Loro avevano sempre avuto quel modo di scherzare sui loro difetti che l'aveva sempre colpita. Si amavano nonostante i loro difetti e ci scherzavano sopra, alla fine coccolandosi.
Però, non disse nulla a Hiccup, per rispetto nei suoi confronti. La madre di Hiccup non c'era più e sicuramente il giovane non ricordava più di quando mangiavano tutti e tre insieme, in famiglia.
Hiccup cominciò ad alzarsi e a portare le stoviglie nel bacile di acqua piovana dove le avrebbe lavate. "Ti vedo pensierosa, Astrid. C'è qualcosa che ti turba?".
Astrid arrossì, perché in quel momento stava osservando il suo splendido profilo mentre si voltava verso di lei, e fu colta in flagrante.
Hiccup fece una risatina, che però sembrava in qualche modo imbarazzata. "E' la seconda volta in una serata che arrossisci. E tu non sei mai imbarazzata. Davvero, c'è qualcosa che devi dirmi? Di solito, non si cucina a qualcuno se non bisogna parlargli di qualcosa".
"Non è sicuramente vero. Magari volevo solo farti contento. Dopotutto, stiamo insieme e in una coppia, sono sicura che si fa".
Hiccup annuì, alzando le spalle. Sinceramente non lo sapeva.
Sapeva solo che Astrid quella sera era molto strana. Continuava a fissarlo tutto, con sorpresa e curiosità, come se non l'avesse mai visto prima o come se non l'avesse mai guardato bene. E poi arrossiva e sorrideva da sola, era un comportamento strano in lei.
La osservò sciogliersi la treccia laterale fino a rimanere con i capelli sciolti. Spalancò gli occhi, non l'aveva mai fatto davanti a lui. Astrid si alzò e lo raggiunse, in piedi vicino al bacile. "Hiccup, io...".
"Sì?".
La giovane non riuscì a continuare. Si appoggiò solo al suo petto e cominciò a baciarlo con impazienza, come non l'aveva mai baciato. La sua lingua piccola e umida si infilò nella sua bocca, facendogli perdere qualsiasi tipo di controllo. La strinse a sé, prendendola per i fianchi, e continuò a baciarla finché non sentì la sua manina infilarsi sotto la casacca di pelle che indossava.
Sussultò, mettendole le mani sulle spalle e allontanandola. Lei era tutta rossa in viso e desiderabile, con quelle labbra umide e quegli occhi che lo guardavano come se non potesse farne a meno.
Hiccup arrossì, sentendosi più imbranato di quanto si fosse mai sentito. Erano due anni che desiderava Astrid oltre il bacio, ma la legge richiedeva almeno un fidanzamento ufficiale. Non che avesse intenzione di lasciarla, ma voleva anche tenerla al sicuro da qualsiasi rischio.
"Astrid, no. Non dobbiamo farlo".
"Perché no? Stiamo insieme da tre anni, ne abbiamo diciotto, abbiamo raggiunto la maggiore età e ci amiamo. Perché non dobbiamo?".
"Perché non va bene, non possiamo ancora. Anche se tutti lo sanno, non abbiamo mai reso ufficiale il nostro fidanzamento. E se succedesse qualcosa? E' contrario alla legge".
"Tu le hai infrante tutte le leggi, Hiccup Horrendus Haddock! Perché proprio su questa devi impuntarti?!".
"Io...". Non seppe cosa rispondere, su quel punto, Astrid aveva ragione.
E poi in quel momento era così bella. La gonna di pelle e borchie le fasciava quei fianchi stretti che gli facevano prudere le mani all'idea di sfiorarli, mentre la maglia evidenziava il fatto che lei non fosse più una ragazzina, ma una donna. Una donna che lo desiderava ardentemente e che lui stava rifiutando.
Di colpo, lei si avvicinò di nuovo, sfiorandogli il viso con le dita fresche. "Non mi vuoi, Hiccup? Dato che non avevamo mai affrontato questo discorso e dato che tu non mi avevi mai mostrato un accenno di desiderio, comincio a pensare di non piacerti su quel punto di vista".
Hiccup chiuse gli occhi, invocando l'aiuto del cielo. Era stato così bravo a non mostrare il desiderio per lei, che le aveva fatto credere di non piacergli fisicamente.
Con un'azione dettata completamente dall'istinto, la prese per i fianchi e la premette contro di sé, facendole sentire che no, non gli era affatto indifferente, anzi...
Astrid arrossì, ma si strinse a lui, facendo le fusa come un drago.
Ricominciarono a baciarsi e la foga li spinse al letto del ragazzo, dall'altro lato della stanza.
"Ti voglio così tanto" mormorò Hiccup con voce roca, facendola tremare e stringersi ancora di più a lui. "Così tanto che non so come ho fatto a trattenermi fino ad oggi".
La fece sedere sul letto e, con mani tremanti, cominciò a spogliarla, inginocchiandosi davanti a lei.
Ogni piccola parte di pelle che scopriva veniva ricoperta di baci, che la facevano sospirare di un piacere ancora completamente sconosciuto. Hiccup la sfiorò tutta, fino a lasciarla sul letto, nuda e bella come una dea. La venerò con le mani e con la bocca, finché il desiderio cominciò ad essere troppo grande per continuare a giocare.
Si alzò in piedi e si tolse tutto, fino a rimanere con l'intimo. Si bloccò, guardandola. Tutto il suo corpo maledì la testa, quando si lasciò convincere a fare una domanda per la quale voleva solo una risposta positiva. "Sei davvero sicura, Astrid? Non si torna indietro".
Lei sorrise, mangiandoselo con gli occhi azzurro ghiaccio, che in quel momento sembravano solo cascata di acqua bollente. "Sì, Hiccup. Vieni".
Rimase nudo e subito la raggiunse, prendendola tra le braccia e baciandola ancora e ancora. Lei lo sfiorò nel punto in cui era unita la sua carne con la protesi di metallo, facendolo sospirare. Non pensava di avere ancora una tale sensibilità in quel punto.
Poi si mise sopra di lei, senza smettere di baciarla, posizionandosi.
Entrò dentro di lei molto piano, cercando di essere delicato, ma allo stesso tempo cercando di trattenere la passione travolgente che lo stava prendendo.
Astrid gemette, ma non smise di stringerlo a sé, affondando il viso nell'incavo del suo collo. Il calore che salì dal bassoventre era enorme e presto dissolse il dolore.
Nel sentirla rilassarsi, Hiccup cominciò a muoversi piano, per paura di sbagliare, data la sua inesperienza, ma, lasciandosi guidare dall'istinto, prese il controllo della situazione.
I loro gemiti e le loro grida di piacere non furono soffocate, tanto non ce l'avrebbero fatta, ma era sicuramente una fortuna il fatto che Hiccup abitasse nella casa più alta e più isolata del villaggio.
Sdentato non diede segni di udirli, anche se Hiccup già si immaginava il suo muso curioso il mattino dopo.
Vennero dopo parecchio tempo, stringendosi e baciandosi come se l'altro fosse l'unica ancora di salvezza per non perdersi in quel mare di desiderio.
Rimasero immobili, Hiccup sopra Astrid, finché i loro respiri non tornarono regolari e finché Astrid non cominciò a pizzicargli le spalle per spronarlo a togliersi.
Hiccup rotolò di lato, portandosela dietro finché le loro posizioni non furono ribaltate.
Si guardarono negli occhi, azzurro nel verde, verde nell'azzurro, i colori del mondo. Loro combaciavano come la terra e il cielo.
Hiccup sorrise dolcemente, baciandola sul naso. "Ti amo, Astrid. Voglio ufficializzare il nostro fidanzamento al ritorno dei nostri genitori. Non sembrerà frettoloso, anzi, sono sicuro che mi diranno che sono in ritardo come al solito".
Astrid rise e lo strinse a sé. "Sono così felice, Hiccup. Ma non voglio che tu pensi che l'ho fatto con te solo perché tu mi chiedessi ufficialmente ai miei genitori. L'importante, per me, è saperlo noi due che stiamo insieme, che siamo una coppia, che ci amiamo. Se gli altri non lo sanno, a me non importa".
"Non l'ho mai pensato. E per me era lo stesso, per questo non avevo ancora chiesto. E forse, un altro motivo era il fatto che avevo paura che mi rifiutassi".
"Sei uno sciocco, Hiccup. Io ti amo".
"Anche io ti amo".
Si strinsero ancora più forte, baciandosi con la solita tenerezza, ora che si era sopita la passione.


***


Finalmente, un mese dopo, tornarono le navi dei guerrieri. Molti erano i feriti, anche un paio di draghi, ma nessun morto, per qualche fortuna divina.
Hiccup fu il primo ad arrivare sul molo, insieme a Sdentato, per salutare il padre e i guerrieri.
Stoick, stanco e con un braccio fasciato, lo abbracciò per poi guardarlo con orgoglio.
Quanto era cambiato il suo figliolo, era cresciuto, un giovane uomo che sembrava aver fatto un ottimo lavoro con il villaggio durante quei mesi d'assenza.
"Sembra che il villaggio ci sia ancora tutto".
Hiccup sorrise. "Non dirmi che avevi paura lo demolissi. Non sono più un bimbo combinaguai".
Con sorpresa del padre, il ragazzo aiutò tutte, ma proprio tutte le persone che scesero dalla nave. Passò l'intera giornata tra un luogo di cura e un altro, con parole di conforto per tutti. Fu l'unico che osò aiutare Skaracchio nel curare i due draghi feriti, in modo che potessero riprendersi al meglio. Astrid e gli altri ragazzi furono più che felici di dare una mano e, ad ogni loro incontro, lei e Hiccup si scambiavano un sorriso, tranne quando Hiccup l'attirò nell'ovile per darle qualche bacio più approfondito, almeno finché non si sentì chiamare dai Vichinghi.
Verso sera, la pace tornò al villaggio e Stoick invitò tutti nella Sala del Consiglio, dove si fece una bella festa, dedicata un po' alla vittoria sui nemici riportata dal villaggio, un po' al giovane capo villaggio, che aveva fatto un ottimo lavoro in assenza di quello vecchio.
Astrid si era lasciata pettinare i capelli dalla madre, lasciandoli poi sciolti intorno al viso, come piacevano tanto a Hiccup. Era molto emozionata. Hiccup le aveva fatto capire che avrebbe fatto la dichiarazione quella sera e le gambe ormai le tremavano in modo incontrollabile.
Ad un certo punto, Hiccup si avvicinò al padre. "Papà, vorrei tenere un discorso".
Stoick si meravigliò molto. "Davvero? E per quale motivo?".
"Ho un annuncio importante da fare al villaggio e a te".
Il grosso vichingo cominciava ad avere qualche idea, ma diede il suo consenso e Hiccup salì su un tavolo, attirando l'attenzione di tutti e facendo cadere il silenzio.
"So che questa è una serata dedicata soprattutto alla nostra grande vittoria, ma vorrei rendervi partecipi della mia felicità nell'ultimo mese". Si voltò a cercare Astrid e le offrì una mano per farla salire sul tavolo al suo fianco. "Io e Astrid vorremmo fidanzarci ufficialmente perché ci amiamo tantissimo e non voglio solo la benedizione tua, padre, e quella vostra, Stein e Athelia Hofferson, ma anche quella di tutto il villaggio, ora che è tutto riunito".
L'applauso e le grida d'entusiasmo del popolo furono una risposta più che sufficiente, al quale si unirono anche i draghi con possenti ruggiti. Sdentato sembrò quasi fare loro un sorriso.
Stoick fece una risata che per potenza assomigliava ad una frana di macigni. "Finalmente, ragazzi! Siete in ritardo".
"Ecco, visto, l'avevo detto" disse Hiccup alla ragazza al suo fianco, prendendola per mano. Scesero dal tavolo e raggiunsero Stoick e i genitori di Astrid.
I due Hofferson sorrisero, abbracciando Astrid e offrendo la mano a Hiccup. "Saremo onorati di unire le nostre due famiglie con il vostro matrimonio. Sarai un ottimo marito per Astrid" disse il padre, anche se fino a non molto tempo fa considerava Hiccup la peggior minaccia vivente nel loro villaggio.
Stoick prese le mani dei due giovani. "Avete la mia benedizione, ragazzi miei. Siete un'ottima coppia e non aspettavo altro che Hiccup facesse questo annuncio". Poi fece un sorriso ad Astrid. "Anche tu sarai un'ottima moglie per Hiccup. Ha bisogno di qualcuno che lo aiuti a rigare dritto".
Hiccup alzò gli occhi al cielo, ma sorrideva.
I festeggiamenti tirarono per le lunghe, ora che i motivi per festeggiare e per fare dei brindisi erano così tanti.
Alla fine, Hiccup e Astrid se ne andarono di nascosto, seguiti solo da Sdentato.
Il drago si fermò sul pianoro al centro del villaggio e Hiccup gli salì in groppa, infilando il piede e la protesi nelle staffe. Poi offrì una mano ad Astrid. "Vieni con me?".
Astrid ricordò la prima volta che lui le aveva offerto una mano per salire su Sdentato. Certo, in quel momento lei era arrabbiata e l'aveva rifiutata, ma aveva deciso di fidarsi di lui, di salire su quel drago sconosciuto.
Stavolta prese la mano, provando però la stessa carica di fiducia. "Sì che vengo con te".
Lui la fece salire davanti a sé, tra le sue gambe, e sorrise. "Vai, Sdentato. Portaci a fare un giro".
Preso quota e stabilizzato il volo, Hiccup la guardò. "Ti eri mai immaginato questo?".
"Devo ammettere che nelle mie fantasie non c'era il drago. E nemmeno tu".
Hiccup sorrise. "Eh lo so. Sono arrivato dopo".
"Già, ma non te ne andrai mai?".
"Mai. Non c'è motivo per andarmene. Se neanche una Morte Rossa è riuscita ad uccidermi, chi altri potrebbe portarmi via da te?". Posò la fronte sulla sua. "Non si torna indietro, ricordi?".
Si strinsero forte, baciandosi, mentre il drago continuava a volare tra le stelle e l'aurora boreale.





NOTE DELL'AUTRICE: Ahahah amo questa coppia e ho pensato che avrebbe fatto piacere, ad amanti del genere, di leggere questa mia storia **

Hiccup: Sono molto felice di esser stato messo con Astrid, questa volta, cominciavi a farmi paura!

Lia: Ahahahah, e tu non hai visto niente, caro <3
Comunque, per chi non lo sapesse, vado matta per tantissime coppie crossover di...tutto, mischio veramente qualsiasi cosa XD E Hiccup faceva bene ad aver paura XD
Comunque spero che questa storia vi sia piaciuta ^^

Baciiiii
Lia/Hiccup
 
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